“Dagospia” ci fa un baffo! (“Metamorfosi” – Ovidio/Sermonti)

Copertina de "Le Metamorfosi" di Ovidio
Copertina de “Le Metamorfosi” di Ovidio

Cantare di amori, di guerre, di odi eterni e di passioni capaci di sciogliere letteralmente i corpi in pianto. Ma che volete di più? Sì lo so, che queste storie meravigliose, cantate circa 2000 anni fa in una lingua che – ahimè – sempre da meno persone viene studiata e amata, vengano raccontate con un linguaggio contemporaneo che, nella correttezza della lezione originale, siano un po’ più “accessibili” al lettore medio. Bene, le attese sono finite.
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Il vostro dolore rifiuta l’oblio (su “Le lunghe notti di Anna Alrutz” – Fabiani)

Copertina Lunghe notti di Anna Alrutz
Copertina Lunghe notti di Anna Alrutz

Il titolo di questo post è molto importante. Queste parole, me lo ha spiegato l’autrice di “Le lunghe notti di Anna Alrutz“, Ilva Fabiani (@IlvaFabiani), sono incise su una lapide, grigia e discreta, posta davanti alla sede dell’università di Gottinga dove lei lavora. Ricorda ai passanti che quel grazioso e architettonicamente fiabesco campus universitario solo qualche decennio prima è stato un ospedale del Reich dove si costringevano persone ai lavori forzati, si umiliava sistematicamente la vita in ogni sua forma e si praticavano sterilizzazioni dei non “perfetti”. Il libro racconta una storia legata a questo passato doloroso.
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Non so che viso avesse (su “Fulmine” – Gurrado)

Copertina di "Fulmine"
Copertina di “Fulmine”

Quando ho letto questo libro mi è suonata in testa per tutto il tempo “La locomotiva” di Guccini. Non tanto perché il protagonista della storia, il giovane “Fulmine“, eroico e puro di cuore come solo gli adolescenti possono essere, sia identico all’anarchico della canzone e alla sua disperata e violenta rivolta; anzi, la grande “differenza” è data proprio dalla capacità di questo personaggio perfetto di ingaggiare contro la cattiveria, il potere e la meschinità una dolcissima e disarmante guerriglia non-violenta fatta di bende bianche, cori a bocca chiusa stile “Madama Butterfly” e sguardi fissi simili ad un occhio di Dio che tutto vede e tutto ricorda.
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San Precario aiutaci tu (su “Nord Meridiano” e “Scampia e Cariddi” – De Filippo, Frega)

Copertine di "Nord Meridiano" e "Scampia e Cariddi"
Copertine di “Nord Meridiano” e “Scampia e Cariddi”

I libri in esame sono due (due oggetti rettangolari di carta di cui anche “pacchetto di dati in ebook”), tuttavia leggerne uno senza l’altro sarebbe impossibile. Queste due inchieste, dedicate rispettivamente al Nord Est (“Nord Meridiano“) e al Sud italia (“Scampia e Cariddi“) sono il lavoro ben documentato, dolente ma anche pieno di una sotterranea speranza, realizzato da una coppia giornalistico-sociologica che hanno deciso di andare ad intervistare i ragazzi che vivono in questi due paesaggi “culturali-economico-sociali” del nostro paese. Potreste aspettarvi una molto elaborata analisi e i paroloni di tanti esperti del settore che vi raccontano di bamboccioni e di nuove forme di collaborazioni lavorative.
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Dalla russia con amore (su “I falsi Demetri”- Mérimée)

copertina de "I falsi Demetri"
copertina de “I falsi Demetri”

La storia, narrata ne “I falsi Demetri“, a cavallo tra una fiaba russa e un racconto di spionaggio stile “007”, è abbastanza curiosa. Uno strano personaggio appare in Polonia spacciandosi per Demetrio, erede di Ivan il terribile, morto (almeno così era parso a tutti) bambino per un incidente durante l’esilio dorato a cui lo aveva condannato Boris, onnipotente consigliere dello Zar e poi suo successore. Questo Demetrio (e non sarà l’unico a definirsi tale), cavaliere, avventuriero, attore consumatissimo riesce a farla in barba a tutti.
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