Archivi tag: amicizia

Eros, il demone scalzo (su “Chirù” -Murgia)

Chirù
Chirù

Non c’è nulla di più feroce dell’amore. Il terribile dio che Socrate descriveva figlio di ricchezza e povertà, avvezzo agli inganni e a dormire davanti alle porte è il protagonista ambiguo e potente dell’ultimo libro di Michela Murgia: “Chirù“.

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Lupi della steppa (su “Un tappeto di boschi selvaggi”- Lilin)

Un tappeto di boschi selvaggi
Copertina di “Un tappeto di boschi selvaggi”

Un libro fotografico di memorie è difficile da recensire. La suggestione dell’immagine, la sua forza evocativa e la stessa consistenza diversa della carta (fotografica e non opaca come per il libro classico) distraggono il lettore che alla fine si chiede se la fascinazione sia più dovuta all’oggetto libro che al suo contenuto narrativo. Questo dubbio, legittimo, viene fugato immediatamente quando ci si avvicina al l’ultimo libro di Nicolai LilinUn tappeto di Boschi selvaggi“.
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Luna Fortuna (su “L’Amalassunta” -Brandimarte)

Amalassunta
Copertina “L’Amalassunta”

“Se dovessero chiederle chi è Amalassunta, risponda
pure, a mio nome, che ‘Amalassunta è la Luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco’”. Queste parole che descrivono una Luna dolce, materna e pietosamente rivolta al dolore dell’uomo sono una bugia. Sono la bugia, malinconica e evidente, che Osvaldo Licini raccomandava di raccontare a chi tra i visitatori delle sue esposizioni avesse chiesto chi è “Amalassunta”. Il nome dato bianco volto che attraversa i quadri di una delle fasi più acute della produzione di questo artista marchigiano è il titolo (e la copertina) di un libro (edito da Giunti) struggente (“L’Amalassunta” di Pier Franco Brandimarte) che racconta, tra sogno, visione e incubo un certo numero di storie, tra le macerie delle quali, possiamo ricostruire anche la vita, sbilenca, di Osvaldo Licini, pittore zoppo ma dotato di ali.
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Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa (su “Sulle tracce di una rosa perduta” – Di Robilant)

Copertina "Sulle tracce di una rosa perduta"
Copertina “Sulle tracce di una rosa perduta”
Questo profumato, raffinatissimo libriccino potrebbe andare a sostituire i mazzi di fiori che nei giorni di San Valentino vengono donati ad amanti, mogli, fidanzate o desiderate fanciulle. Il motivo è semplice: nel libro “Sulle tracce di una rosa perduta” di Andrea Di Robilant c’è tutto ciò che una donna può desiderare e sognare: un mare di fiori profumati e bellissimi, un nobile veneziano molto elegante, una coppia di appassionati romantici – e innamorati come solo gli anziani coniugi possono essere – e la Parigi scintillante e leziosa dell’epoca napoleonica con le sue imperatrici tristi, i suoi nobili, le sue dame di corte coinvolte in intrighi, amori e amicizie pericolose.
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Il vostro dolore rifiuta l’oblio (su “Le lunghe notti di Anna Alrutz” – Fabiani)

Copertina Lunghe notti di Anna Alrutz
Copertina Lunghe notti di Anna Alrutz

Il titolo di questo post è molto importante. Queste parole, me lo ha spiegato l’autrice di “Le lunghe notti di Anna Alrutz“, Ilva Fabiani (@IlvaFabiani), sono incise su una lapide, grigia e discreta, posta davanti alla sede dell’università di Gottinga dove lei lavora. Ricorda ai passanti che quel grazioso e architettonicamente fiabesco campus universitario solo qualche decennio prima è stato un ospedale del Reich dove si costringevano persone ai lavori forzati, si umiliava sistematicamente la vita in ogni sua forma e si praticavano sterilizzazioni dei non “perfetti”. Il libro racconta una storia legata a questo passato doloroso.
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